Dopo essersi fatte tagliare coi denti il filo interdentale dal capo di turno per avere in cambio un gradino di più, tornano dietro le loro virtuali scrivanie e continuano il proprio lavoro, o meglio quello che loro, dolci cervelli spenti, chiamo in codesta maniera.
Io non lo so come vanno vestite oltre al filo interdentale, quello che so è che non sanno parlare, scrivere, camminare, vivere e soprattutto lavorare come facevano gli antichi.
Mi chiama una tizia proponendomi un contratto gratuito per promuovere la marca del mio filo interdentale - eh già, non ve l'ho detto, io faccio quello di mestiere - , formulo qualche domanda del tipo, ma quanti soldi volete, che durata avrà la mia visibilità, potete rispondermi con più tempestività la prossima volta, visto che ormai i tablet telefono li tirano in testa, piovono dal cielo come pioggia e se vuoi puoi anche taroccare la data del tuo compleanno e cambiare fidanzato grazie ai social network e alle web cam? La tipa che non vedo e di cui sento un timbro di voce sempre più flebile arranca e ad un certo punto si blocca fino a non rispondere più. Penso e chiedo: è caduta la linea? No, risponde lei, sono ancora qui, mi scusi mi era caduto il fazzoletto dal taschino, ho dovuto raccoglierlo.
Vabbè faccio io, allora adesso che se l'è infilato dentro la tasca, può rispondermi? La Carlotta in questione mi dice che mi manderà via e-mail il contratto gratuito.
Mi scusi, insisto io, ma non può spiegarmi così su due piedi una volta che siamo in contatto telefonico, come funziona la cosa? Lei resta di nuovo zitta, io penso sia caduta la linea e dico, hei, c'è nessuno dall'altra parte?
la tizia mi fa, si mi perdoni, ehm sono qui, cioè è appena entrata nella stanza una mia collega, cioè ecco mi sono distratta, cioè, ehm, ecco... Ok ok, ho capito faccio io con le staffe perse di quà e di là, allora mi risponde sì o no?
Dovrei parlarne con la titolare, fa lei. Ah, non pensavo fosse un negozio il vostro ribatto io.
Lei per poco non si mette a piangere, devo averle fatto saltare il filo interdentale che aveva preparato per il capo della titolare.
Ritrovo le staffe e penso che in fondo è una povera anima sperduta in un mare di "nulla" capeggiato da nullità e decido di non pressarla più così forte.
Le dico, d'accordo aspetto quella e-mail, grazie, buongiorno. Click.
Tornata a casa (a me di tavolette telefoniche dal cielo non me ne sono piovute ancora), apro quell'e-mail e scopro il trucco. Il contratto gratuito è valido solo per i primi tre mesi, il resto si paga fior di quattrini.
Riprendo le staffe finite sull'armadio, le altre altre che avevo lasciato in cantina e me lego al collo, alle gambe, alle braccia con nodi ben saldi.
E penso: ma non era meglio vivere in paradiso e soprattutto, quanto costano i tuoi desideri?
e tu, riesci a galleggiare?
Se alle carlotte fai una domanda che interrompe la loro tiritera imparata a memoria per quante volte l'hanno riletta a cornette già calate prima che iniziassero a parlare, quasi si mettono a piangere.
RispondiEliminaOppure ti mandano a quel paese (già successo), infatti è opportuno farsi dare tutti i dati di riferimento (nome e cognome della carlotta, codici vari) in modo da sapere chi puoi cazziare.
RispondiEliminaMa siccome le carlotte chiamano spesso tramite numeri privati, la cosa diventa più difficile. Purtroppo l'unica cosa che ti rimane da fare (perché dietro queste certe promesse si nasconde sempre un grande raggiro), è buttare giù la cornetta e fare un po' la figura del cafone. Dico purtroppo, perché personalmente non vorrei mai farlo, ma messa alle strette non vedo altre vie d'uscita.