Lettori fissi

venerdì 12 ottobre 2012

Noi ci diciamo tutto




ma proprio tutto,


                                                        anche se la verità a volte fa male, oppure


fa male a chi ti vuole male.

lunedì 8 ottobre 2012

Sto male, ma... no grazie, non ho bisogno del tuo aiuto.

Essere abbandonati nel momento più brutto della tua vita, ti forgia il carattere. "Se pesco chi l'ha detto gli lego un sasso stretto intorno al collo e poi lo butto a mare". 
O ancor peggio, quel detto che recita - ti aiuto, ma te lo rinfaccio a vita. No grazie, preferisco morire da sola.
E poi gli amici degli amici che senza sapere un cazzo delle storie altrui prontamente si schierano in difesa del compagno di turno, poi gli girano le spalle e si mettono dalla tua parte perché tu sei femmina e loro ti vogliono scopare. Anche per queste genti un sasso intorno al collo e giù in fondo al mare, senza dimenticare di sferrare prima un calcio nelle balle.
Alla fine è vero, resti sola e l'unica persona di cui puoi fidarti sei tu, perché nessuno conosce e vive la tua storia, nessuno sente quotidianamente il cuore che batte all'impazzata e il respiro che manca. Ti dicono - stai calmo, stai calma, passerà, non ti preoccupare.
Ma come non ti preoccupare? Io sto morendo grazie a due mani possenti e invisibili che mi stanno strangolando e tu mi dici - non ti preoccupare. Ma vai al Diavolo!
E poi ci sono le persone di contorno che ti danno l'ulteriore e non richiesto ben servito, persone che non conosci, persone che stanno acquattate dietro monitor e si sentono i re della giungla quando non ti guardano negli occhi. La loro occupazione preferita? Cercare di far centro sulla sommità della tua torta con le loro ciliegine, offendendoti amorevolmente. Sì vabbè, come se il pasticciere non si accorgesse che le ciliege sono avvelenate.
Per loro - che manco sanno chi sei e si permettono di dar consigli e inveire contro di te - una bombola d'ossigeno insieme alla pietra stretta al collo e poi giù a mare, così hanno pure il tempo di rendersi conto di quello che presto o tardi gli accadrà.
Poi arriva la stanchezza, un tipo di stanchezza che ha il gusto della morte, le braccia diventano molli, le gambe pure, il ronzio che avevi in testa si spegne e il cuore batte pianissimo. In certi casi ti addormenti, in altri anche e al tuo risveglio ti sembra che tutto sia passato, che tu sia di nuovo felice come quando eri bambina. Ma credimi, è solo l'effetto del post-risveglio, perché appena ti sciacqui il viso e sei di nuovo sveglia ciò che vedi e che senti è tutto uguale a prima.
Come uscire dal tunnel? Intanto rimettendo a posto il puzzle della tua anima, il resto non lo so. Mi sto leccando ancora le ferite chiedendomi se domani ce ne saranno di nuove. Però una cosa te la dico: al dolore non mi arrendo.

                                                     Rosalia Saporito




sabato 6 ottobre 2012

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