Lettori fissi

giovedì 6 giugno 2013

Lilì la vagabonda (parte I)

In quel periodo di una qualunque estate lì, Lilli era a corto di soldi. Doveva pagare l'affitto, le tasse, la cameriera, la tinta per i capelli blu, dar da mangiare agli animali che popolavano la sua casa zoo e fare la spesa.
Si chiese, guardandosi allo specchio: a cosa posso rinunciare per far quadrare i conti? 
Ci sono, esclamò guardando quella rotondità che le era apparsa nel didietro e che agli uomini piaceva tanto. Rinuncerò a fare la spesa, così oltre a rientrare nelle spese, rientrerò pure nei miei vecchi blu jeans, senza iscrivermi in palestra, e perderò quei due chiletti che ho preso durante l'inverno stando davanti alla tv e mangiando, patatine fritte, quintali di cioccolata, nutella, pasta al forno, panini imbottiti con prosciutto formaggio e maionese, fragole con la panna, gelato, torroncini ricoperti di cioccolata bianca, mozzarella di bufala, pizza familiare per una persona, frittelle, fonduta di formaggio e tutto il resto.
Così Lili iniziò la sua dieta forzata e quando tutte le scorte di cibo terminarono, passò ai biscotti marca "Gatto Matto", poi a quelli  "Cane dolce cane" e alla fine ai croccantini chiamati"Pesce d'aprile dolce dormire".
Dopo due mesi circa, anche i suoi animali erano dimagriti, Lilì era diventata un mucchietto di ossa coi capelli blu un po' sbiaditi ed era riuscita a mettere da parte i soldi per le tasse, l'affitto e via dicendo...
(To be continued)



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